La malattia è vista dal naturismo come il prodotto di uno squilibrio dell’essere umano in tutti i suoi aspetti (fisico, emozionale, mentale ed energetico) ed è un fenomeno di difesa e di adattamento davanti a delle condizioni anomale della vita; i sintomi costituiscono invece le avvertenze inviate dal corpo, che si faranno sempre più intense se non verranno prese in considerazione sul serio. Qualsiasi malato, una volta guarito, conserva la predisposizione ad ammalarsi di nuovo se si riproducono le cause che scatenarono la malattia anteriore; per questo non bisogna commettere di nuovo gli stessi errori a livello di alimentazione, stile di vita, stress... e soprattutto non basta affidarsi a un semplice farmaco.
Inoltre bisogna tenere a mente che qualsiasi tipo di malattia apparentemente locale, è in realtà una reazione di difesa di tutto l’organismo perché rappresenta l'insieme degli sforzi realizzati dall’organismo intero. Quindi sarebbe sbagliato pensare di curare un mal di gola con un semplice antinfiammatorio locale, senza soffermarci a pensare a cosa sta succedendo all'intero organismo (presenza di virus o batteri, mancanza di vitamine e minerali, cattiva alimentazione, ecc.).
Medicina convenzionale secondo il naturismo
La dottrina del naturismo vede la medicina convenzionale come un eccesso di conoscenze tecniche e specializzate che porta l’uomo a perdere la visione integrale e totale dell’essere umano e della vita. Spesso non prende davvero in considerazione il ruolo della natura (alimentazione, sole, aria fresca, luce, ritmi naturali…) e riduce la sua missione a migliorare i sintomi della malattia in modo rapido, ma non definitivo. Nella medicina classica troppo spesso corpo e spirito sono trattati in modo separato, quando in realtà la maggior parte delle malattie sono strettamente connesse da un sistema nervoso debole o stanco. E infine la malattia è relazionata a un solo organo e non allo stato generale del corpo, i sintomi vengono eliminati ma non capiti fino in fondo e spesso il trattamento non è individuale e segue un protocollo generale.
Insomma, la medicina convenzionale risulta essere efficace a livello rapido ma non completa e non interessata ad accompagnare il paziente verso una cura definitiva e personalizzata. È una corsa contro il tempo ma non educa il paziente a migliorare successivamente.
Nonostante ciò, non bisogna perdere di vista un fattore importante: i cammini della medicina classica e di quella naturale sono completamente diversi, ma l’obiettivo finale è lo stesso, ovvero curare la persona.
Per questo, io credo che il miglior approccio tra queste due dottrine, troppo spesso messe l'una contro l'altra, sia quello di saper riconoscere gli aspetti positivi di entrambe, utilizzare entrambe a giuste dosi e cercare un cammino completo, personalizzato e comune con il solo vero obiettivo di trovare il giusto equilibrio nella salute del paziente.
Come tutte le buone relazioni, possono quindi essere complici, con i propri difetti e pregi, e la cosa migliore da fare tra gli esperti delle due correnti sarebbe quella di tendersi la mano e aiutarsi reciprocamente.
Grazie per aver letto questo articolo.